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Evoluzione della canzone napoletana

Evoluzione della canzone napoletana

Parlare della canzone napoletana non è semplicissimo poiché essa si presenta complessa nelle sue varie forme. Bisogna innanzitutto definire i confini dell’argomento in questione poiché altrimenti non è chiaro cosa intendiamo scrivendo “evoluzione della canzone napoletana” quindi, quando parliamo di canzone napoletana classica, a cosa stiamo facendo riferimento? Qual è il periodo preso in considerazione? Quali autori e interpreti hanno segnato la storia di quel genere? Su quest’ultimo punto ad esempio la risposta cambia molto a seconda della generazione a cui si rivolge il quesito, come si evince anche dal nostro contenuto social; infatti, qualora si interrogasse un settantenne, probabilmente citerebbe tra gli interpreti principali Sergio Bruni, Mario Abbate, Mario Da Vinci e Nunzio Gallo; se a rispondere invece dovesse essere un cinquantenne citerebbe Pino Daniele, Eduardo De Crescenzo, Massimo Ranieri, Sal Da Vinci; i più giovani probabilmente eleggerebbero come massimo rappresentante Geolier.

Il periodo d’oro della canzone napoletana

Nel parlare dell’evoluzione della canzone napoletana, giunge in nostro aiuto l’aggettivo “classica” riferito alla canzone napoletana. Con questo termine facciamo riferimento al periodo d’oro della canzone napoletana che va dagli ultimi decenni dell’Ottocento fino alla fine della Seconda guerra mondiale e trova i suoi massimi esponenti nei quattro autori più importanti di questo periodo ovvero Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Ernesto Murolo ed E. A. Mario. Solo per citare alcuni dei più grandi successi di questi autori menzioniamo Era de maggio, ‘E spingole frangese, Luna nova, Napulitanata (da cui la nostra sala da concerto prende il nome), Reginella, Lacreme napulitane, ‘O paese d’ ‘o sole, Zappatore, Passione, Mandulinata a Napule, Qui fu Napoli, Piscatore ‘e Pusilleco, ‘A canzone d’ ’a felicità, Comme se canta a Napule, Funtana all’ombra, Santa Lucia luntana, Canzona appassiunata, Dduje Paravise. Per uno studio più approfondito sull’argomento rimando ai due volumi Storia della canzone napoletana di Pasquale Scialò editi da Neri Pozza.

Generazioni a confronto

Napulitanata è la prima e unica sala da concerto a Napoli dedicata alla canzone napoletana classica e propone un repertorio di qualità offrendo agli spettatori una piacevole ora alla riscoperta dei brani tradizionali della nostra terra. Ma la canzone napoletana nel tempo è cambiata? Abbiamo assistito ad una evoluzione della canzone napoletana? Come viene percepita ai giorni nostri? Chiaramente la canzone napoletana come qualsiasi cosa ha subito nel tempo delle modifiche ed è un po’ triste sapere che in alcuni punti della Penisola quando si parla di canzone napoletana ci si sta riferendo alla musica neomelodica. Nel 2024 purtroppo assistiamo ad una perdita di memoria riguardo la tradizione musicale napoletana, siamo di fronte ad un fenomeno che affonda le sue radici nella mancata trasmissione di padre in figlio dell’amore verso la poesia che in queste canzoni è contenuta. Per fortuna esistono posti come Napulitanata in cui il profumo della storia musicale napoletana si respira a pieni polmoni grazie alla presenza di musicisti e cantanti di livello assoluto. Grazie a questi luoghi la storia non finisce nel dimenticatoio e chi non ha avuto la fortuna di essere cullato in fasce dalle note della musica napoletana può recuperare poiché la canzone napoletana trascende il tempo che passa e le generazioni che si susseguono mantenendo intatta l’emozione che i versi poetici trasmettono a chiunque abbia la sensibilità di aprire il proprio cuore all’ascolto, prescindendo dal grado di istruzione spesso ingannevole.

«La canzone napoletana è una inimitabile forma d’arte!»

«Quale canzone?»

«Quella autentica, che non è artificiale ma popolare».

«E cioè?»

«Be’, quella “classica”, naturalmente».

«Sì, ma di quale periodo?»

«Che c’entra il periodo? La canzone “classica” è senza tempo. Intramontabile»[1].

[1] P. Scialò, Storia della canzone napoletana, 1824-1931, volume I, Neri Pozza Editore, Vicenza, 2017.

Di Antonio Di Criscito

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