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Identità e Canzone Napoletana: uno speciale da non perdere!

Identità e Canzone Napoletana – L’8 aprile siamo stati intervistati dal canale Ottochannel per uno speciale sulla Canzone Napoletana e sui cultori odierni di quest’importante fetta del patrimonio musicale partenopeo. Un’occasione, dunque, per meglio riflettere sulla correlazione tra identità e Canzone Napoletana, appunto. Ve lo raccontiamo, invitandovi a rivederlo al link disponibile sul nostro sito.

Innanzitutto, è bene precisare che quando si parla della Canzone Napoletana Classica ci si riferisce alla produzione musicale che va dalla fine del ‘800 fino agli anni 30 del ‘900, produzione poi ripresa dalla nuova linfa vitale portata dai successi di Renato Carosone e da nuovi autori e interpreti che hanno riportato in alto il repertorio.

Uno degli interpreti di spicco del “secondo periodo” è sicuramente il M° Mario Trevi, cantante  degli anni d’oro dei Festival di Napoli, ma soprattutto importante cultore e custode di questa.

Assieme a lui Salvatore Architravo, nipote del M°, e Eva Sansanelli, nipote del grande Sergio Bruni, si prestano a mantenere vivo il ricordo dei loro nonni e del patrimonio musicale partenopeo.

Come loro, anche noi perseguiamo gli stessi obiettivi, sempre attivi nella conservazione e, soprattutto, nella divulgazione della stessa: dice bene il cofondatore di Napulitanata, Mimmo Matanìa, quando ribadisce il nostro compito di “musealizzare”, nell’accezione di riconoscere e apprezzare il valore della canzone, custodirla e promuoverla affinché ne restino vive la memoria e la tradizione, perseverando in una maggiore  presa di  coscienza del binomio identità e Canzone Napoletana.

Il nostro progetto è partito dal basso, sottolinea l’Associazione, e tutti ne hanno preso parte e ne hanno determinato lo sviluppo.  Nulla è stato regalato e ancora oggi si lavora sodo per proseguire le attività: fin dall’inizio, infatti, sono stati necessari forza, energia positiva, duro lavoro e creatività.

Sì, la creatività: Napulitanata ha trasformato un deposito di tassametri nella prima sala della Canzone Napoletana. Un locale che non esisteva prima di allora: quella musica identitaria che ogni tanto si sente suonare tra i vicoletti o cantare dai balconi passeggiando per Spaccanapoli, noi l’abbiamo raccolta scrupolosamente dandole un volto, una sala, una voce e un pubblico.

Napulitanata si è ispirata ai tablao e alle case de fados dove si assiste ad una profonda consapevolezza del senso di identità e di valorizzazione, perché in Europa è forte l’idea di offrire al turista la propria tradizione musicale. Un concetto glocal che era totalmente sconosciuto alla città di Napoli.

Noi, dunque, assieme ai discendenti dei grandi maestri collaboriamo nel salvaguardare un pezzo della nostra storia, un pezzo della nostra napoletanità, evitando che questa possa cadere nel dimenticatoio. Sottolineiamo, piuttosto, quanto la canzone sia un’eredità inestimabile, un ricordo di una Napoli ancora attuale. È chiaro, quindi, quanto le parole identità e Canzone Napoletana siano ben fuse tra loro e inscindibili.

Nel servizio, Eva Sansanelli ha voluto ricordare il perfezionismo che era proprio del metodo di Sergio Bruni, sempre attento a non lasciare nulla al caso e sempre pronto a migliorarsi ancora e ancora di più.

Quella diligenza e scrupolosità, indispensabili affinché una piccola opera possa divenire una meravigliosa impresa, caratterizzano anche il nostro lavoro: c’è ricerca di precisone e perfezione nelle prove, negli eventi e nella promozione, perché la canzone ci ha stregato, perché ne siamo innamorati, ma soprattutto, perché sappiamo che identità e Canzone Napoletana sono imprescindibili dal descrivere Napoli e i suoi cittadini.

di Rosaria Esposito

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