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Pizza napoletana e canzone napoletana? Napulitanata vi spiega il legame!

Pizza napoletana e canzone napoletana? Napulitanata vi spiega il legame! – Ti sei mai chiesto se ci fosse un’unione tra la pizza e la canzone napoletana?

Dovrebbe essere un accostamento immediato per i due simboli di Napoli.

C’è un filo rosso (di salsa) che collega la pizza e la canzone napoletana fin dalle origini, ben prima che la pizza diventasse prodotto tutelato STG e arrivasse sulle tavole di tutto il mondo, e ben prima che la canzone napoletana fosse cantata dai più grandi cantanti sulla scena mondiale.

Che il disco di pasta più famoso al mondo fosse presente nella canzone napoletana non è un segreto.

Chi non ha mai intonato “ma tu vuliv’ a pizza, ‘a pizza, ‘a pizza, cu ‘a pummarola ‘ncoppa”?

Successo internazionale che univa, nel festival della canzone napoletana del 1966, la generazione dei menestrelli milanesi rappresentata da Giorgio Gaber, e la canzone napoletana interpretata da Aurelio Fierro. La canzone fece il giro del mondo, da Tokio a New York, e divenne subito la presentazione del marchio pizza, oltre che una divertente storia tra un innamorato capace di far follie per conquistare l’amata e una ragazza che voleva solo una buona cena.

È un errore però credere che la pizza non sia stata menzionata nelle canzoni napoletane fino al 1966.

Sei pronto a conoscere la loro storia? Partiamo!

Per le strade della città

È per le strade della città che la pizza viene cantata fin dall’antichità. Nelle canzoni popolari che narrano le cose più semplici della vita. È il caso delle storie in canzoni come Michelemmà, Fenesta che lucive, Cicerenella e Lo guarracino. Piccoli avvenimenti del giorno raccolti in canzoni divenute celebri.

La pizza non fa eccezione. Che sia mangiata seduta al tavolo di un ristorante o come street food sulle scale di un vicolo, la pizza è declamata in tante e tante villanelle, barcarole e canzoni.

Ma quando inizia tutto ciò? Per quali occasioni?

È negli allucchi e nelle fronne dei commercianti che nasce l’esigenza di decantare il cibo per strada.

E magnatella ‘a pizza c’ ‘o fungetiello; pizze caure, pizze caure; cheste songo ‘e sotto ‘o Vesuvio.”

La vita di tutti i giorni, scandita dal togliere le pizze dal forno per il popolo napoletano.

La prima pizza in una canzone

È addirittura nel 1600 che si ritrova la prima unione tra la pizza e la canzone napoletana. Una villanella in un sonetto raccolto nella Tiorba a taccone di Felippo Sgruttendio de Scafato. Un’opera che colleziona versi in dialetto che esaltano le piccole cose della quotidianità come la protagonista che afferma:

famme la pizza quanno fai lo pane!

Non me la fare troppo tostarella,

c’aggio li diente comme a becchiarella

Il problema è che in questi scritti la parola pizza è la forma generica con cui si indicano le torte, le focacce, le schiacciate e gran parte delle creazioni fritte o infornate, e allora dobbiamo aspettare un po’ prima che la pizza venga riconosciuta con la forma della famosa pizza margherita, tonda, piena di mozzarella, di pomodoro e di basilico.

La regina delle pizze

Quando è che la pizza diventa il classico disco di pasta con pomodoro, mozzarella e basilico? Anche questa è unione tra la pizza e la canzone napoletana.

Con i versi di Lo pizzajuolo de palazzo, si rende omaggio al celebre pizzaiolo Pietro Colicchio, il quale aveva una pizzeria nel vico S. Anna di palazzo, quella  che poi sarebbe divenuta la famosa pizzeria dove nacque la margherita.

La canzone scritta da Luigi Stellato rende omaggio con i versi:

pizze, pizze co ll’uoglio e co ll’aglio,

co l’alice, so’ calde, o signore…

Che sfogliate! Sentite l’addore?

Nel 1870 diventa proprietario della pizzeria Raffaele Esposito, famoso pizzaiolo per aver realizzato la regina di tutte le pizze, quella che oggi è definita la pizza per antonomasia: la pizza “tricolore”, fatta di verde basilico, rosso pomodoro e bianco mozzarella. Sarebbe diventata di lì a poco la Margherita in onore della regina Margherita di Savoia.

Una pizza nella festa di Piedigrotta con Salvatore di Giacomo

I grandi autori confermano la stretta vicinanza della pizza con la canzone napoletana.

Il celebre Salvatore di Giacomo, goloso e buongustaio, faceva tappa fissa dalla taverna Pallino, al Corso Vittorio Emanuele, nella quale incontrava Benedetto Croce, Ferdinando Russo ed Eduardo Scarfoglio. Fu per omaggiare una di queste tappe culinarie che nel 1902, di Giacomo scrisse ‘A pizzaria ‘e don Saveratore, per l’audizione Valente della Festa di Piedigrotta, e fu dedicata a un certo Salvatore Mellone che aveva bottega al Corso Garibaldi.

Domenico Modugno pizzaiolo al cinema

Anche il cinema rende nota la storia tra la pizza e la canzone napoletana.

Molti musicarelli napoletani fanno risaltare sul grande schermo le figure di pizzaioli carismatici immersi nelle avventure dei protagonisti.

È il caso di Domenico Modugno nel film Lazzarella di Carlo Ludovico Bragaglia, tratto dall’omonima canzone di Aurelio Fierro del 1957 vincitrice del secondo premio al Festival di Napoli.

Nel film il pizzaiolo Mimì, interpretato da Modugno, canta ‘A pizza c’à pummarola mentre si destreggia tra farina, salsa e mozzarella dietro il bancone. È un vero e proprio inno alla pizza in una canzone napoletana

‘A pizza c’ ‘à pummarola

È ‘nu quadro ‘e ‘nu pittore

Ca ce ha miso c’ ‘o penniello

L’aglio, l’uoglio e ‘o ciceniello ‘e mare.

Oi né, oi né,

‘a pizza è Napule

Proprio questa dichiarazione di ‘a pizza è Napule rende tutto più magico. La pizza è Napoli, non si possono dividere le due cose.

La dedica alla bella pizzaiola Sophia

La pizza e la canzone napoletana uniscono non solo sul grande schermo, ma anche al di fuori di esso. È il caso di una canzone scritta per Sophia Loren,  che interpreta la pizzaiola a Materdei nel film a episodi L’oro di Napoli di Vittorio de Sica.

Mi chiamo Pasqualino La Sottana

E sono innamorato di Sophia

La bella pizzaiola puteolana

Le parole di Enrico Caputo sono scritte nel 1955 in occasione del film, per celebrare la bellezza della nota attrice, che riusciva a far innamorare chiunque.

Per finire…magnateve ‘a pizza

La storia della pizza e della canzone napoletana corrono insieme, passano per le stesse vie, a volte parallele altre volte incontrandosi.

Molti studiosi hanno dedicato parte del loro tempo a individuare la stretta unione tra la pizza e la canzone napoletana, come  Tommaso Esposito, il quale ha dedicato parte del suo lavoro in Pizza. Viaggio nella canzone napoletana.

Napoli è terra di profumi e suoni meravigliosi, che porta fino all’eccellenza queste sue qualità e realizza opere meravigliose e inimitabili, siano esse pizze o canzoni.

Ti aspettavi che la pizza e la canzone napoletana fossero così unite?

Seguici sui nostri social per scoprire tutti i segreti della canzone napoletana!

Di Davide Lancia

Bibliografia

Tommaso Esposito, ‘A pizza, viaggio nella canzone napoletana, l’arcael’arco edizioni, Nola, 2013

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