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Quinta settimana di tirocinio per Eva!

1: Quinta settimana….

Questa settimana sono stata impegnata nelle attività di Comunicazione esterna, che Napulitanata adotta verso il suo pubblico, fondamentale per costruire la percezione della qualità del servizio offerto. Utilizzando un approccio di strategia mista (Push-Pull). Ho assistito ad un colloquio di lavoro, effettuato dalla direzione artistica, ad un musicista di mandolino che farà presto parte del team!!

2: Presenze record e investimenti a Napoli…

Pochi giorni fa, stavo leggendo un giornale e mi sono imbattuta in un articolo in cui si parlava di Overtourism a Napoli. Città metropolitana in cui solo il comune ospita 949.000 abitanti[1]. Terzo, in Italia per popolazione e considerata, dalla CNN, tra le migliori destinazioni turistiche mondiali del 2022[2]. Qui circa l’80% di camere sono occupate, già dal mese di aprile. Parallelamente a questa notizia si enfatizzava l’investimento del colosso americano Marriott international inc  che aprirà l’hotel di extralusso W Naples, nel cuore della città. L’articolo lamentava le insufficienze urbane: viabilità, spazzatura, includendo anche gli odori provenienti dalle friggitorie del centro. Demonizzando così le tipiche attività di street food e parafrasando gli odori delle friggitorie in senso ostile, come se Napoli non fosse adatta ad ospitare il turista di lusso perché respirare questi odori fosse controproducente. Mi sono interrogata sulle necessità dei turisti che qui vengono in visita, e sul perché venga sminuito così qualcosa che è autenticità, tradizione, creatività, che è (anche) una filosofia di vita? Da qui nasce una mia riflessione che voglio condividere con voi.

3: Cos’è il lusso?

È indefinibile con precisione: quello che percepiamo come lusso dipende dalle nostre influenze culturali e dal nostro modo di socializzare, è legato alla percezione soggettiva. La storia ci insegna che il lusso è sempre stato un concetto versatile, dipendente dallo spirito del tempo. Gli acquisti di lusso sono legati a bisogni di livello superiore che comprendono anche l’alto contenuto simbolico e la rilevanza identitaria. Il trend degli ultimi anni mostra che il lusso è tale solo se capace di raccontare una storia, di far vivere un’esperienza unica, autentica ed esclusiva. Anche J. Vanderslice, responsabile globale per il lusso della catena Hilton, ritiene che “Il lusso oggi è emozione”.   L’ identikit del moderno viaggiatore di lusso: ha tra i 36 e i 55 anni (Generazione X); viaggia in coppia; cerca comfort, relax, esperienze culinarie speciali; da importanza alla destinazione; predilige escursioni naturali e culturali; è informato e attento alla sostenibilità ambientale; sostenibilità e autenticità sono le parole chiave, ma si considera ancora il consumo ostentativo come focus principale[3]. Dunque, i cosiddetti nuovi ricchi vogliono evadere da realtà standardizzate che ostentano sfarzo. Sicuramente i grandi brand sono necessari, (qualche dubbio mi sorge se penso alla loro sostenibilità).

4: La grande bellezza….

Se chiudendo gli occhi, immagino il centro di Napoli, privo dei tipici street food, di ristorantini tipici, un centro in cui negozi di lusso predominano, di colpo mi ritrovo in un luogo uniformato, privo di un’anima. La gastronomia locale è un’opzione ecosostenibile!! Gli odori di cibo che si sprigionano comminando per le vie del centro storico, gli animi sereni o irrequieti che ti passano accanto, i colori, i sapori, i rumori, le sensazioni, la grandezza storico culturale, tutto questo appartiene all’esperienza napoletana, intrisa di autenticità ed unicità. Questo mi porterò sempre nel cuore. Questi i motivi per i quali tutto il mondo viene a visitare Napoli. E non solo il mondo dei ricchi, ma anche quello degli studenti, degli innamorati, del turismo religioso, del turismo low cost etc… Vanno guardate con gratitudine, tutte quelle piccole imprese, composte da residenti, da giovani talentuosi che, orgogliosi delle proprie origini, non si trasferiscono all’estero, ma a fatica, qui, costruiscono giorno dopo giorno una carriera professionale, avviando attività in grado di garantire occupazione lavorativa. Anche grazie alla loro perseveranza, troppo poco presa in considerazione, la tradizione napoletana rimane integra e si rinnova nella sua originalità. Perché non dare loro il giusto riconoscimento?…

5: Massificare le piccole/medie imprese?

Cultura, Identità, Socialità, Stile di Vita e Accoglienza sono punti di forza di Napoli[4]. Le piccole imprese, culturali e creative, rappresentano un settore chiave per lo sviluppo del territorio. I molti operatori del settore, con passione e dedizione, tutti i giorni mettono in moto il motore trainante del turismo e dell’economia napoletana. Contribuendo a rendere grandi i marchi del Made in Italy. Cosa sarebbe Napoli senza queste piccole realtà gestite dalla stessa comunità locale? Comunità portatrice di quei valori, abitudini, atteggiamenti che solo in questo luogo possiamo trovare. Quell’arte dell’arrangiarsi che caratterizza il popolo napoletano, spesso sorprendente, proficuo ed avvolte efficiente, non può essere giudicata in modo meno lusinghiero o soppiantata da manager provenienti da altri luoghi, che pur con competenze e capacità molto elevate, andrebbero, col passare del tempo, a standardizzare un luogo unico al mondo. Sono queste piccole realtà imprenditoriali, ad offrire quell’esperienza di unicità ed autenticità a cui sia benestanti, che “meno abbienti”, mirano quando si recano in visita in un luogo. Sono, queste organizzazioni, una leva importante che partecipa e solleva e arricchisce gli animi dei turisti facendo loro vivere esperienze irripetibili, evasioni dalla quotidianità tramite la poesia e il pittoresco.. Molte di queste realtà aziendali hanno competenze e professionalità, tali da offrire un servizio di qualità. Costituiscono un valore aggiunto. Tuttavia, spesso le vediamo remare controvento…

6: Una buona governance multilivello ancora lontana….

Ai giorni d’oggi non si dovrebbe sottovalutare la realtà dell’impresa culturale, che in Italia per di più, ha una missione particolare, data l’importanza del patrimonio culturale, e le considerevoli ricadute socio-economiche sul territorio. Hanno impatti positivi sulla crescita di un territorio, poiché crea opportunità di lavoro e migliora l’immagine del paese ospitante, la necessità di collaborazione tra pubblico e privato invece generalmente lascia aperti molti problemi, soprattutto quando manca una valida e continua programmazione delle politiche di sostegno. La relazione tra amministrazione e imprese culturali richiede condizioni di stabilità e prevedibilità sia di regole che di criteri di azione e di organizzazione. Ma è proprio ciò che manca!!  C’è una scarsa vitalità di procedure ed una fragilità del sistema politico: sia nazionale, regionale che locale[5]. Secondo i dati OMT al 2018 l’Italia intera, per spese turistiche sostenute, si classifica all’ultimo posto nel mondo, con 30 miliardi[6].

Fare sistema dovrebbe rappresentare il leitmotiv della stragrande maggioranza degli operatori, pubblici e privati, ma è difficile concretizzare questo obiettivo. In questo contesto la governance pubblica dovrebbe avere una funzione proattiva nel favorire la connessione tra gli operatori e, al contempo, essere essa stessa parte della connessione. Puntare sulle imprese del territorio, su un turismo strutturato con le giuste modalità, può valorizzare un determinato territorio ed essere motore in grado di generare benefici diffusi invece che gravi impatti culturali, sociali, ambientali ed economici. Tutte le risorse dovrebbero essere gestite in modo tale che le esigenze economiche, sociali ed estetiche possano essere soddisfatte mantenendo l’integrità culturale, i processi ecologici essenziali, la diversità biologica, i sistemi di vita dell’area in questione. I preservando i processi sociali locali e contribuendo al miglioramento della qualità della vita dei residenti. Preservando culture, ambiente ed economie.

[1] Il Censimento permanente della popolazione in Campania (istat.it)

[2] ildenaro, Turismo, dal Cipe 6 milioni per le “top destinations” d’Italia: c’è anche Napoli, su ildenaro.it.

[3] Jones et al 2016

[4] Il turismo in Campania, punti di forza e leve per lo sviluppo del territorio – Costozero, magazine di economia, finanza, politica imprenditoriale e tempo libero – Confindustria Salerno

[5] (ilgiornaledellefondazioni.com)

[6] https://www.slovenia.info/uploads/dokumenti/unwto_tourism_highlights_2018.pdf

 

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