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Cantanti Musica Popolare: l’esperienza di Alessandro Colmaier

Cantanti Musica Popolare: l’esperienza di Alessandro Colmaier – La musica popolare è musica della terra, è una precipitosa fame di suoni che esplode piano piano sempre più incalzante, sempre più forte, come un vulcano in eruzione. Come un tarlo nella testa, questa scava, passando sulla pelle, nelle braccia, nelle gambe, nell’anima; come vernice non si leva, perché è passione, è ossessione.

L’artista di questa settimana è Alessandro Colmaier, professionista della Tammorra, musicista tra i cantanti della musica popolare: attraverso la sua passione e la sua maestria, la sua musica incarna il battito del cuore pulsante di Napulitanata, che batte forte, si emoziona, incanta.

L’amore per la musica popolare comincia proprio praticando danza popolare.

Attraverso quest’ultima scopre il suono e lo strumento: inizia a suonare con un primo gruppo, Musiterrania, esibendosi in varie feste di paese e al celebre Carnevale di Montemarano, città simbolo della musica popolare, famosa per la storia del carnevale e i fantasiosi costumi.

Insegnante didattico delle danze del suono popolare, Colmaier fa della musica il suo mestiere, divenendo musicista professionista tra i cantanti della musica popolare.

Insegna musica e danza in vari istituti nel corso della sua carriera e realizza nel corso del 2015 progetti teatrali nelle carceri di Santa Maria Capua Vetere, Benevento, Battipaglia, Eboli. Un’attività particolarmente significativa: stare a contatto con una realtà dura, schiva e complessa come quella del carcere ha permesso di vedere il lato più umano e sensibile degli ospiti delle strutture, l’altra faccia della cattiveria, quella complessa dettata da una esistenza difficile e da scelte di vita sbagliate.

La musica, ancora una volta, viaggia al di là delle parole e delle differenze: i ragazzi delle carceri attraverso tali attività scoprono la loro vena artistica e trovano dei nuovi se stessi mettendosi in gioco in qualcosa di sperimentale. In occasione di questa esperienza così profonda e toccante, l’artista si lascia ispirare e realizza il brano Criature per lo spettacolo omonimo, presentato in un servizio Rai e trasmesso dal programma Protestantesimo, in cui viene illustrato l’impegno sociale dei musicisti nelle carceri. Vedi link.

L’ eccezionale esperienza tocca così tanto la sensibilità di Colmaier, che due anni dopo decide di collaborare con La Fondazione di Maria, che assiste e avvicina alla musica i giovani dei quartieri più difficili.

Nel frattempo, la curiosità e la sete di conoscenza conducono il nostro musicista sulla strada della sperimentazione: dal 2015 al 2020 Colmaier realizza il progetto Cuore a Sud, un gruppo popolare in continua metamorfosi e in ricerca di nuovi suoni, percezioni musicali e esperienze, che vedono il concetto di musica evolversi in qualcosa di complesso, ricco e dinamico. Nel 2019 partecipa al Pomigliano Jazz Festival come professionista tra i cantanti della musica popolare, nel progetto Bandita Bagnoli del M° Marco Zurzolo.

Nel 2017, per concludere questa rassegna di eventi decisivi della sua carriera, Colmaier entra a far parte del progetto Napulitanata, voluto fortemente dall’amico fisarmonicista Mimmo Matania. Mimmo costruisce e pensa una Napulitanata proprio a misura per Alessandro e il suo volto in breve tempo diventa uno dei più rappresentativi della sala da concerto. Colmaier è Napulitanata e Napulitanata senza Colmaier manca di un pezzo. Una realtà che Alessandro vede crescere piano piano, che ha costruito con costanza e determinazione come tutti gli altri, un progetto di cui va fiero: nonostante, infatti, la momentanea lontananza da Napoli, Napulitanata resta un piccolo gioiello, un sogno divenuto realtà, la soddisfazione di avercela fatta da soli.

La passionalità, la curiosità, l’empatia, il carisma sono le caratteristiche che delineano il profilo dell’artista, le qualità che gli hanno permesso di arrivare sempre al pubblico, trascinando e convincendo con i suoni della musica del popolo, che insistentemente batte le porte dei nostri occhi per farci guardare, della nostra bocca per farci cantare, delle nostre orecchie per farci ascoltare, e per far entrare in noi il ritmo della terra, il suono della Tammorra.

di Rosaria Esposito

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