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Canzoni Napoletane a Natale: Nuvene e Zampognari

Canzoni Napoletane a Natale – È ormai iniziato il mese della festa più gioiosa e cara, dove tutto è colorato di rosso e verde e l’atmosfera è adorna di bei canti, vischio e addobbi natalizi.

Inizia, dunque, il mese delle serate in famiglia attorno alla tavola, vicino all’albero e al presepio; le lunghe passeggiate per via Toledo alla ricerca dei regali e la musica natalizia dei musicanti e zampognari che in strada accompagnano l’aria di festa.

È proprio con la figura dello zampognaro che vogliamo inaugurare l’avvento del Natale e l’inizio di Dicembre.

Proponiamo in questo articolo, infatti, l’analisi di due tipiche canzoni napoletane a Natale del nostro repertorio: ‘A nuvena, canzone di Salvatore di Giacomo e Enrico de Leva del 1887 e ‘O zampugnaro nnamurato, brano di Armando Gill del 1918.

Entrambi i testi raccontano di due zampognari che, venuti da fuori (come spesso accadeva, infatti, questi provenivano dal Sannio, Abruzzo e Molise), giungono a Napoli per suonare in occasione del Natale che è alle porte.

Entrambi si lasciano alle spalle la famiglia e l’amata (la giovane partoriente Marianna nel primo testo e Filomena nel secondo) cercando, tuttavia, di accettare la partenza e ritrovare la serenità.

Sebbene personaggi e circostanze siano simili, la sostanziale differenza sta proprio nella modalità di reazione al “dispiacere della partenza”: lo zampognaro di ‘A nuvena parte con il pensiero della moglie incinta, i suoi pensieri e i suoi “sospiri” sono a lei rivolti. Spera in cuor suo di tornare quanto prima e percepisce la notizia della nascita dei due figli, avvenuta pochi giorni prima della nascita del bambinello Gesù, come un dono del Cielo.

La gioia dell’arrivo dei due bambini fa dimenticare tutti i problemi quotidiani legati alle tasse, la casa, il lavoro… Perciò, così come la stessa nascita del Bambino Gesù illumina la notte e fa apparire le tenebre meno spaventose, quasi ad annullare la preoccupazione del buio e del domani grazie al fascio di luce della cometa che lo accompagna; allo stesso tempo, la nascita dei figli dello zampognaro annulla tutte le ansie di quest’ultimo, che rimane nell’euforia di essere appena diventato padre.

Lo zampognaro del secondo testo, invece, è descritto come un giovane impreparato alla grande città e alle sue tentazioni, che alla fine lo rendono perso e confuso.

Questi, in effetti, sebbene senta la mancanza della fidanzata Filomena, descritta come “lavoratrice buona buona”, si lascia prendere dalla città e dalle complesse sfaccettature di una realtà più grande, dove anche i sentimenti iniziano a percorrere strade dedaliche: si innamora di una donna già maritata, si illude di un amore che non ha motivo né occasione di nascere, perdendo l’amore sincero della giovane fidanzata.

È chiaro che abbiamo due amori di diversa età ed intensità, in cui il Natale diventa la scenografia, l’occasione per contornare la svolta delle due coppie, sia quella giovane e incerta sia quella matura.

Cosi allora il Natale si connota di una duplice accezione: da una parte, l’aria di festa per la nascita del bambinello e dei figli dello zampognaro riscaldano l’atmosfera e fanno sorridere il cuore; dall’altra, la fredda stagione congela un amore riportandone in superficie piccole crepe.

Questa doppia visione della stagione è paragonabile al momento che stiamo vivendo, altalenante tra un momento di incertezza e l’altro.

Noi di Napulitanata, fedeli alle canzoni napoletane a Natale (e non solo) non molliamo i nostri sogni e continuiamo a sperare che arrivi anche per noi una buona nuvena, che porti pace e serenità.

Conformemente allo zampognaro maturo della prima canzone, dunque, non lasciamo che le ansie e la novità del momento ci prendano alla sprovvista e andiamo dritti per la nostra strada… Nel frattempo, la sola Canzone Napoletana e il progetto di Napulitanata a cui siamo affezionati, restano per noi quella stella cometa nel cielo che ci illumina e ci conforta aspettando il domani.

di Rosaria Esposito

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